FINALMENTE LA DESTRA

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Assemblea Costituente a Roma il 10 e 11 novembre

giovedì 1 novembre 2007

Giovanna Reggiani è morta. Il romeno nega la violenza e riceve visita da un senatore di Rifondazione


Roma - Non ce l'ha fatta. E' morta all'ospedale S. Andrea Giovanna Reggiani, la donna aggredita martedì sera a Roma. La sera dell'aggressione si era difesa con tutte le sue forze. Ad avvalorare questa tesi la presenza di alcuni graffi che il rumeno fermato ha sulla schiena e gli schizzi di sangue sul suo volto. L'ipotesi è che ci sia stata una rapina e che dopo la donna sia stata brutalmente colpita con oggetti contundenti, o da un sasso o anche dal suo stesso ombrello.
In mattinata il marito aveva espresso tutto il suo dolore con parole durissime:"Se non fossi un uomo di Stato, mi farei giustizia con le mie mani". Queste le dure e disperate parole di Giovanni Gumiero, capitano di vascello della Marina militare. Ma la pena di morte non è mai una soluzione di un problema, ma non v'è dubbio che molto spesso l'efferatezza dei crimini perpetrati ormai quasi sempre da stranieri ben individuati, ti porta a pensare anche ad estreme punizioni. Quindi non si può certo dar torto ad un uomo, un servitore dello Stato, un difensore della Patria che esplode in commenti violenti.
L'identità del rumeno da chiarireLa sera stessa dell'agguato, la polizia ha fermato un ragazzo romeno di 24 anni. Il suo nome dovrebbe essere Nicolae Romolus Mailat, anche se la comparazione delle sue impronte digitali potrebbe rivelare una diversa identità. Il rom romeno nega la violenza e dice di aver rubato la borsetta a alla stazione di Tor di Quinto. Mailat ha ricevuto in carcere anche la visita del senatore di Rifondazione comunista Salvatore Bonadonna che ha dichiarato di essere andato in carcere per cercare di capire le ragioni di quel gesto.
Parla Storace, leader de La Destra“L’inerzia, il permissivismo, il buonismo della sinistra sono direttamente responsabili dell’atroce delitto di Roma. La gente per bene non ne può più e comincia a farsi strada l’idea di pene esemplari, a partire da quella capitale. Solo perché credenti non urliamo ancora pena di morte, ma non ne possiamo più di una delinquenza che massacra le persone e di uno Stato inesistente.L’assassino di oggi andrebbe lasciato in pasto alla gente, altro che storie. E invece siamo qui a temere che fra poche ore qualcuno possa rimetterlo in libertà…”. E’ quanto dichiara il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace.
Luisa Regimenti, Responsabile nazionale Dipartimento Sociale La Destra "Quando La Destra ha posto il probema delle baraccopoli della Capitale - zone fuori controllo, vere e proprie terre di nessuno, in cui sguazzano quegli stranieri che compiono delitti - dal Campidoglio e dintorni si sono levate voci indignate: ci hanno accusato di tutto, ma non ci hanno dato risposte. I risultati sono sotto gli occhi - increduli e pieni di lacrime - dei cittadini romani, che vivono col terrore di essere aggrediti da prepotenti e assassini provenienti da altri Paesi. E le donne devono vivere con la paura, se non rientrano in orari da coprifuoco. Oggi i signori del Campidoglio esprimono solidarietà alle persone aggredite, stuprate e uccise e ai loro familiari, ma non dicono che la colpa di questo stato di cose è loro, dela loro inerzia, della loro politica immigraiola e indultisa. Veltroni e compagni si vergognino e chiedano scusa a chi, come La Destra, ha sollevato il problema sicurezza da tempo, avendo come risposte insulti e alzate dispalle".

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